giovedì 6 ottobre 2011

BOSFORESCENZE dal Bosforo, un esempio di vitalità teatrale.

Nelle immagini, Merve Engin durante la sua esibizione al teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, il 16 agosto 2011, nel quadro dello Stage Internazionale di Commedia dell'Arte
Ho avuto il piacere di mettere in scena per e con Merve Engin, la commedia Gabrielliana UN FELICE NAUFRAGIO/ KIYIYA OTURMANIN BÖYLESI.


Le rappresentazioni si sono svolte, durante la stagione 2010-2011 di fronte ad un pubblico sempre entusiasta, che ha riso e applaudito molto durante ogni rappresentazione e che si è dilungato in ovazioni finali.
Il teatro, il KUMBARACI50, ha accompagnato, e accompagna, la parabola del FELICE NAUFRAGIO, col suo debutto avvenuto DATA, con una serie di repliche e infine con l’ultima rappresentazione. Parte delle rappresentazioni sono state attuate in altri teatri di Istanbul e di altre località del Paese.
La sera di una delle tante rappresentazioni, ero spettatore fra gli spettatori, tutti inghiottiti in questo luogo di spettacolo immerso nella multiforme vivacità della metropoli eurasiatica.
Il Bosforo splende di luci tutte sue, innumerevoli ed incomparabili. Luci d’ogni tipo. Meteorologche, urbane, diurne, notturne. Luci di vitalità giovane e impaziente. Fra queste, quella del teatro, che si muove con grande rapidità e fa fremere d’inquietudine noi del versante occidentale del mondo, che ci fa sentire più decaduti che decadenti.
Ho potuto seguire la parabola di questo spettacolo, contribuendo alla sua nascita, osservandone gli sviluppi anche se a distanza, stando nel pubblico in alcune occasioni che mi si sono offerte per recarmi ad Istanbul, fino, appunto, all’Ultima.


Fra le altre cose, proprie del mestiere di teatrante e proprie della mia esperienza, perciò prevedibili, come la ‘crescita sistematica’ della qualità, della ricchezza, della permanente invenzione dello spettacolo da parte dell’Artista, ho potuto assistere ad un’atmosfera partecipativa che qui, nella vecchia vecchissima decrepita Europa (almeno in materia di teatro), non vedevo più da un sacco di tempo. Quando ero attore con Dario Fo, sarà stata la ventata di totale politicizzazione della vita pubblica in quei tremendi anni, sarà stata la bravura del maestro e la grande vitalità della compagnia, fatto sta, si vivevano entusiasmi sia artistici sia di pura comunicazione diretta, oggi apparentemente estinti.
Ritrovare questo spirito a Istanbul – uno spirito non scevro di forte politicizzazione, ancorché diversa e diversamente mirata da quella alla quale ho preso parte nei passatissimi Settanta – è stato un rinnovo di spinta a ributtarsi, rituffarsi dentro.
Se è vero che qui, nella lebbrosa Italia, “il vento sta cambiando” (bah…), è pur vero che questo ipotetico nuovo vento può essere il risultato non soltanto di una risposta agli errori di chi, qui, ne ha commessi tanti ma tanti, ma è anche il convergere di tante ma tante voglie, tensioni, forze che necessitano di uno sfogo, d’un’apertura sul grande spazio dell’invenzione continua, senza limiti.
A me non pare vero – scusate se sembra un paradosso – di continuare a proporre ciò che ha sempre caratterizzato la mia attività artistica, non perché , come negli ultimi anni, non potevo fare nient’altro, ma perché all’improvviso la mia stessa attività assume il significato dell’essere librato a farlo: non è la stessa cosa. Essere bravi in condizione di ristrettezze e costrizioni, trascinandosi, ed essere bravi in volo libero, ancorché con la stessa ed identica bravura, non è la stessa cosa!
Le costrizioni e le ristrettezze che stiamo patendo da anni, non hanno nulla a che vedere con le vecchie censure, quelle fasciste, quelle comuniste, quelle clericali: sono condizioni risultanti dall’ignorantizzazione della gente, della loro messa in stato di imbecillizzazione … beh, ci sono segni nuovi. Ci sono eccome! Altrove, certo … ma per noi, così fragili ed influenzabili ed esterofili ... se si mettesse a tirare anche solo un po’ d’aria del Bosforo, un po’ di ‘bosforescenza’ … su di noi … sì, saremmo salvi.
Infilatevi in un teatro a Istanbul. Il turco è turco, certo, ma il profumo è giovane, bello, luminoso, chiaro, comprensibile, bosforescente …
Magari a Merve Engin vien voglia di continuare il suo Felice Naufragio. Oppure le verrà voglia di fare il bis, con una nuova ‘Gabrielliana’! Nel caso, se passate di lì, immergetevi, naufragate con lei.
Naufragando”, Merve Engin si è aggiudicata il prestigioso premio DIREKLERARASI come Miglior Attrice Solista per la stagione teatrale 2010-2011 a Istanbul.
Brava Merve.

Ciao1


1 ‘Ciao’ è la più bella parola della bellissima lingua Italiana.

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